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L’etimologia del nome, se pur incerta, lascia senz’altro presupporre un'origine romana, il termine Magliano potrebbe infatti derivare o da praedium Manlianum o da un fondus Manlianus, di proprietà della famiglia romana Manlia. Questo fondo potrebbe essere identificato con il casale che porta lo stesso nome, rappresentato su una mappa farfense del VII sec. Già nel 1155, anno in cui vi soggiornaro l’imperatore Federico Barbarossa e il Pontefice Adriano IV, viene menzionato come “castellum”, cioè un centro abitato cinto di mura. Divenne proprietà degli Orsini; nel 1311 venne assediato da Ludovico di Savoia, senatore di Roma e fiduciario dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo. I maglianesi capitolarono dopo breve tempo, assoggettandosi così al Comune di Roma. Nel XV sec. il paese subì un nuovo attacco, da parte, questa volta, di Muzio Attendolo Sforza, che fu sconfitto a sua volta, poco dopo tempo da Braccio da Montone, che nel 1430 donò il borgo alla Santa Sede. Nel 1464 il papa Niccolo Piccolomini (1458 – 1464) soggiornò a Magliano, visitando la chiesa dedicata a San Salvatore, che precedentemente aveva elevato a Collegiata; fu invece il Alessandro VI (1492 – 1503) a spostare la cattedrale e la sede della Diocesi Suburbicaria di Sabina da Vescovio a Magliano, nel 1498. La chiesa (cattedrale) ha un impianto a tre navate, con la navata principale terminante in un abside decorato con dipinti murali. Negli altari delle navate alcune pregiate tempere su tavola rappresentanti: il Salvatore benedicente del quattrocento, opera di un pittore viterbese, e l’incorazione della Vergine del 1521 di Rinaldo Iacobetti Calvi. Nella sagrestia viene conservata un croce cesellata del quattrocento, di probabile scuola Abruzzese, usata nelle processioni. La memoria dell’architettura duecentesca dell’abitato è tra l’altro rappresentata dalla facciata della chiesa dedicata a San Pietro del XII sec. Tipicamente romanico è l'interno della chiesa, dove le navate sono divise tra loro da dieci colonne con fusti e capitelli corinzi, realizzate in parte con materiale di risulta, ed in parte con materiale originale. Dall'abside semicircolare si dipartono simmetricamente lungo le pareti le piccole finestre, che tanto suggestivamente illuminano il complesso. L'unico affresco salvatosi rappresenta una Madonna con Bambino, probabilmente del XVI secolo. Nel Santuario di Santa Maria delle Grazie, che sorge nei pressi di porta Romana, viene custodita una sacra rappresentazione su tavola della Madonna della Misericordia del quattrocento, di probabile scuola umbro–marchigiana; la cui veste è ricoperta d’argento cesellato (che sembra fu donata dal generale della Serenissima Mariano Falconi, che era originario di Magliano). Dal transetto si può accedere alla cripta protoromanica, di datazione incerta, che conserva intatto il suo fascino architettonico; numerosi personaggi illustri la visitarono nel corso dei secoli, come Alfonso d'Aragona re di Napoli, che incise la sua firma nel 1447, vicino al volto affrescato di S. Antonio. Il sec. XVI rappresenta per Magliano il periodo di massima attività economica, vi erano ben sette chiese parrocchiali, il Seminario Vescovile, istituito con il concilio di Trento del 1593, e altri istituti di carità. L’elemento trainante dell’attività economica era costituito oltre che dalla produzione agricola ed artigianale, dal porto fluviale d’Arano. Con il progetto di deviazione del corso del Tevere e la conseguente costruzione del ponte Felice, voluto da Sisto V (1585 – 1590), il porto perse tutta la sua importanza fine ad essere dismesso del tutto. Nelle sale di Palazzo Gori è ospitato il Museo Civico di Magliano. La raccolta comprende materiale che va dalla preistoria all'epoca medioevale, rappresentando l'esposizione museale a carattere archeologico più completa del reatino.
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