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| L’odierna città di Monterotondo trae origini dalla ben più antica città sabina Eretum, menzionata da Virgilio nell’Eneide, tra quelle che si opposero con le armi contro Roma. Dopo la decadenza dell’impero romano la storia del centro reatino è strettamente legata alle vicende delle nobili famiglie romane, che si insediarono sul territorio. Dopo essere stato per un breve periodo di proprietà dell’Abbazia di Farfa, nei documenti è citato come Campum Rutundum; nel 1081 passò al Monastero di S. Paolo, per diventare successivamente di pertinenza della famiglia Orsini; fu proprio infatti con il papa Celestino III (1191 - 1198) al secolo Giacinto Orsini, che gli Orsini iniziarono la loro ascesa politica. Tra la fine del XIV sec e i primi anni del XV sec. Orso Orsini intraprese la costruzione sia della cinta muraria che del palazzo nobiliare. Il Castello poco conserva dell’originario aspetto, è ancora possibile però vedere al centro della pianta quadrangolare della Rocca la torre quadrangolare, alta circa quaranta metri, e nel centro del grande cortile un bellissimo pozzo cinquecentesco. Nell’interno purtroppo soltanto quattro sale conservano gli affreschi originari. La prima stanza presenta ancora un bellissimo soffitto a cassettoni del settecento del Soria, gli affreschi sono della seconda metà del cinquecento e riproducono scene di vita campestre. Nella seconda stanza scene d’ispirazione mitologica (datate intorno al 1553 - 1555) la Nascita di Adone, i suoi Amori con Venere, la sua Morte per mano di Marte. La terza stanza è affrescata con un interessante panorama di Monterotondo datato 1581. La quarta ed è ultima stanza voltata a botte è decorata con le storia di Amore, Tempo, Ore. In questa stanza soggiornano illustri personaggi come Leone X (1513 – 1521) e Urbano VIII Barberini (1623 – 1644) quando il palazzo era diventato ormai di proprietà dei Barberini, che agli inizi del XVII secolo subentrarono agli Orsini, ormai in rovina. Ai Barberini si deve la creazione dell’asse che collega la Piazza del Popolo con Piazza del Duomo e la costruzione della nuova chiesa S. Maria Maddalena. La nuova chiesa fortemente voluta da Taddeo Barberini, inglobò nelle sue murature quella più antica di S. Maria consacrata nel 1152 . Il 10 maggio 1638 fu eretta a collegiata; nel 1835 Gregorio XVI (1831 – 1846) la eresse a basilica minore riconoscendone così l’importanza storico artistica. |
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