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La fondazione del Castello di Torri è attestabile intorno alla seconda metà del ‘200, la sua prima notizia certa è del 1289. Nel XIV sec. apparteneva alla Santa Sede e nel 1368 fu il papa Urbano V (1362 - 1370) a donarlo a Buccio e Francesco Orsini, figli di Giordano Orsini. Gli Orsini diedero inizio alla costruzione della rocca, che divenne la loro abitazione. Nel 1477, il possesso del borgo di Torri venne riconfermato al Cardinale Catino Orsini, insieme ai feudi di Roccantica, Selci, e Castiglione. E’ il papa Pio II (1458 - 1464) a fornirci una dettagliata descrizione morfologica dell'abitato di Torri, quando si recò in visita a quest’antico castello, nella seconda metà del quattrocento. Dall’esposizione del pontefice ci si rende subito conto che, uno soltanto era il lato scarsamente difeso, protetto artificialmente solo da un profondo fossato, mentre il resto dell'insediamento era preservato dagli attacchi nemici da altissime vallate. Nella parte occidentale, dominata da un antico e fatiscente edificio religioso, ormai ricoperto di edera, molte erano le zone scoperte; il papa notava che, una volta conquistato il luogo sacro, esso si prestava ampiamente all'installazione di macchine belliche in grado di colpire il castello di Torri in Sabina, anche se l'accesso alla chiesa ormai diruta era particolarmente difficile ed arduo. Torri in Sabina rimase di proprietà degli Orsini fino alla morte dell’ultimo erede in linea diretta, Flavio Orsini; la sua vedova, Anna della Trèmouille riuscì a rimanere in possesso del feudo fino alla sua morte, avvenuta nel 1728, anno in cui il paese tornò ad essere amministrato dalla Camera Apostolica. Nel 1817, in seguito al decreto del Cardinale Consalvi, che stabiliva l’assetto della Provincia di Rieti, Torri con i suoi 952 abitanti, fu dichiarato comune autonomo e inserito nel governatorato di Calvi. Il Palmieri ci dà una accurata descrizione dell'abitato di Torri subito dopo la metà dell'Ottocento: «Piana è la strada di mezzo del paese, ed a sufficienza ampla, e lunga, ove distinguesi l'abitazione dei Marchesi Cicalotti ricca di copiosa e scelta Biblioteca. Due antichi torrioni verso ponente difendono la Porta di S. Niccola che conduce in Sabina, e per la quale si và al Tevere. Altre 2 porte sono a levante, una cioè dell'Oratorio, perché incontro una chiesa, e per la quale si và alla pubblica fonte dell'acqua sorgente e limpida, e la cui strada si ricongiunge colla Salaria che và a Roma: l'altra in fine dicesi del Gonfa_lone per la chiesa che v'è e Compagnia del nome istesso>>. La vista delle due rocche gemelle di Rocchette e Rocchettine, arroccate sulla gola scavata nella roccia dal torrente Laia, si può considerare una delle più suggestive della Sabina. Non è possibile stabilire con certezza nè da chi furono costruiti questi due insediamenti, nè in quale periodo, se ne conoscono, invece, i nomi originari di Rocca Bertalda e Rocca Guidonesca. Nel XIII sec. le rocche appartenti alla Santa Sede, vennero occupate dai Savelli e successivamente conquistate dagli Orsini, per tornare alla fine del ‘500 di proprietà della Camera Apostolica.
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Come raggiungere Torri in Sabina |
Da Roma prendere Via Salaria, all'altezza Passo Corese prendere la ss313. |
Gli eventi |
Luglio - Sagra del Prosciutto (Luglio) |
Agosto - Celebrazione della Madonna dell'Assunta (15 agosto) |
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