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"Sapevo bene che quella valle angusta, disseminata d'olivi, non era il Tempe, ma ero giunto in quell'età in cui non v'è una bella località che non ce ne ricordi un'altra, più bella, e ogni piacere s'arricchisce del ricordo di piaceri trascorsi” Tratto da "Mémoires d'Hadrien" (1951) di Marguerite Yourcenar (1903-1987).
Come arrivare Da Roma (G.R.A.) prendere la A24 dir Tivoli, uscire al casello Tivoli e continuare sulla sp51a, Maremmana, immettersi sulla Via Tiburtina e seguire la segnaletica.
Orari di apertura e visite guidate Si effettuano visite guidate per informazioni contattare il numero telefonico 0774 382733 Il sito è aperto dal lunedì alla domenica dalle 9:00 alle 15:30. Le visite guidate si effettuano il sabato e la domenica. Per visite guidate in lingua francese, inglese, tedesco e spagnolo, si deve prenotare al numero telefonico 0774 382733.
La vicinanza della capitale, unita certo alla bellezza del territorio e alla presenza della via consolare Tiburtina, suggerirono all’imperatore Adriano, intorno al II sec. d. C., il luogo dove realizzare il suo più grande sogno: riproporre i monumenti e le suggestioni ambientali dei suoi numerosi viaggi nelle province e in Grecia; 120 ettari per una sperimentazione architettonica che gli spazi ormai limitati dell’affollata capitale non permettevano. La caratteristica che differenzia la villa di Adriano da altri pregevoli esempi di residenza suburbana imperiale, come la villa di Nerone a Anzio o quella di Tiberio a Capri, non sta tanto nella disposizione dell’impianto, quanto nelle invenzioni architettoniche e conferma l’importante carattere sperimentale che il tema edilizio della residenza (rurale ed urbana) ha sempre avuto nell’architettura romana. Il complesso si articola in quattro gruppi di edifici differentemente orientati e adagiati su quote diverse. Il primo gruppo a nord-ovest è rappresentato dalla Piazza D’Oro, dal Palazzo con la sala dei pilastri dorici e dal Cortile delle biblioteche. Quello che colpisce da subito è la dinamicità del susseguirsi degli spazi con pareti concave e convesse, coperture voltate e quadriportici, in una tensione vivace mossa dal desiderio di stupire; e così ad ambienti estremamente ricercati e di dimensioni minori, si susseguono le esplosioni spaziali delle grandi aree porticate. A fare da cerniera tra il primo ed il secondo gruppo di edifici è il Teatro Marittimo, la vera perla del complesso. Una struttura di forma circolare al cui centro è posto un edificio circondato, quasi fosse un’isola, da un canale, e collegato alla terra ferma da ponticelli girevoli, oggi sostituiti con un ponte in muratura. L’edificio sull’isola doveva essere con molta probabilità il luogo di relax dell’imperatore; contiene una piccola terma e degli ambienti residenziali. Il carattere architettonico della fabbrica è estremamente ricercato con soffitti voltati e pareti curvilinee arricchite un tempo, da rivestimenti parietali in marmi preziosi e pavimenti in finissimo opus sectile. Del secondo gruppo di edifici fa parte il Pecile, un'enorme area a peristilio, lunga 232 m e larga 97 m, con i lati minori curvilinei ed al centro una grande peschiera. Il Pecile, ispirato quasi sicuramente alla Stoà Poikile di Atene, assicurava con i suoi portici le passeggiate comodamente protetti dalla pioggia e dal sole, godendo della bellezza del giardino centrale. Accanto al Pecile, con lo stesso orientamento, a sud, troviamo il Ninfeo ed il Quadriportico con peschiera. Per colmare la forte pendenza del terreno sul lato ovest del Pecile venne costruita una grande sostruzione con ambienti voltati: le Cento Camerelle. La sostruzione dapprima segue il perimetro del Pecile poi si piega verso sud, per orientarsi secondo l’asse del terzo gruppo di edifici costituiti dalle Piccole e Grandi Terme, dal Vestibolo, dal Canopo ed infine dal Serapeo. Gli edifici termali oltre ad avere la possibilità di offrire bagni di sole e acque calde anche in inverno, grazie ad un ingegnoso sistema si riscaldamento a raggi solari e grandi stufe, hanno una mirabile sala coperta con una cupola a otto spicchi di cui quattro convessi, motivo ripreso da Borromini a S. Ivo alla Sapienza. Il Canopo è un grande bacino d’acqua, circondato da portici e giardini, utilizzato per feste all’aperto: una rivisitazione forse della città egizia di Canopo, famosa per le sue magnifiche feste notturne, che era unita ad Alessandria da un lungo canale.
Il quarto gruppo di edifici, noto come Arcadia, è posto nella parte più alta del complesso, a 110 m di altitudine; vi è un Peristilio rettangolare, un vestibolo circolare detto Tempio di Apollo e nell’angolo, un padiglione simile a quello della Piazza D’Oro.
Numerose sono le statue ed i resti di pavimenti musivi e rivestimenti parietali che, nonostante i continui saccheggi perpetrati sino ai nostri giorni, restano a testimonianza della magnificenza e ricercatezza estetica della villa, reperti conservati nei più grandi musei non solo di Roma (musei Capitolini), ma d’Europa.
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