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I PARCHI E LE RISERVE
Parco archeologico dell'Inviolata
Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili
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I Parchi e le Riserve
Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili
Gestore: Il Parco è gestito da un consorzio formato dai rappresentanti dai 13 Comuni che lo compongono e dalla IX e X Comunità Montana del Lazio.

Sede:Piazza V. Veneto, 12
00018 Palombara Sabina (RM)
Tel 0774/637027
Fax 0774/637060
http://www.montilucretili.it/
info@montilucretili.it


  Superficie: 18.000 Ha

Comuni: Monteflavio, Montorio Romano, Moricone, Marcellina, Palombara Sabina, San Polo dei Cavalieri, Vicovaro, Roccagiovine, Licenza e Percile in provincia di Roma ed i comuni di Orvinio, Poggio Romano e Scandriglia in provincia di Rieti

Provincia: Roma e Rieti

Istituzione: L.R. n° 41 del 26/6/89,

Come arrivare: Sono numerose le strade che accedono ai diversi settori del parco :

Autostrada A24 Roma-L'Aquila fino alle uscite di Vicovaro-Mandela, CasteMladama, Tivoli nelle rispettive direzioni di Licenza, Tivoli-Marcellina e Marcellina-S. Polo dei Cavalieri, permette di accedere al settore sud-est; come pure la Tiburtina fino alle uscite Maremmana, SS.48, Marcellinese, S. Polo dei Cavalieri, Licinese nelle rispettive direzioni di Marcellina-Palombara, Palombara, S. Polo dei Cavalieri, Roccagiovine-Licenza. Percorrendo la Nomentana fino all'uscita Palombarese in direzione Palombara-Montorio può essere visitato il settore NO. La ss4 Salaria fino alle uscite Acquaviva, Scandriglia, Poggio Moiano, nelle rispettive direzioni di Palombara-Monteflavio, Scandriglia-Orvinio, Scandriglia, ci permettere infine di raggiungere il settore Nord e Nord-est del Parco

Se si viene dall’autostrada A1 nelle diverse direzioni, si esce al casello Fiano Romano e si percorre la ss4 Salaria.
Se si viene in pulmann (CO.TR.A.L.) si ricorda che dal capolinea delle autocorriere di ciascuno dei 13 Comuni del Parco, inizia sempre un sentiero che si collega alla nutrita rete di percorsi che attraversano l’area protetta.

Visite guidate- Escursioni:

Distribuiti all’interno dell’area del parco vi sono diversi centri visita aperti il sabato e la domenica con orari variabili da centro a centro. Presso i centri visita si possono avere informazioni sul parco, sulle caratteristiche tecniche dei percorsi e sulle attività proposte (conferenze, mostre, escursioni guidate etc.); inoltre è possibile avere informazioni in merito a pernottamenti ed acquisto di prodotti tipici.
I centri visita si trovano a: Palombara Sabina, Moricone, Monteflavio, Montorio Romano, Scandriglia, Poggio Moiano, Orvinio,

Il Parco dei Monti Lucretili rappresenta con i suoi 18000 Ha a soli 35-60 km da Roma la prima scalea dell’Appennino verso il bassopiano tirrenico. Allineato secondo l’asse N-S questo tratto dell’Appennino, nel quale prevalgono nella sequenza stratigrafica i calcarei di sedimentazione marina, è contraddistinto da un territorio estremamente eterogeneo in cui riconosciamo tre corrugamenti principali, separati da linee di faglia e percorsi torrentizi.
Il primo gruppo è quello costituito dal Monte Gennaro (1271 m) che si prolunga verso sud-ovest inglobando il monte Morra (1036 m) e il Monte Arcaro (944 m). Il contrasto tra l’aspetto pianeggiante, a tratti dolcemente collinare dell’agro romano-sabino, fa percepire questo primo gruppo come uno sbarramento netto, una sorta di quinta scenica della città di Roma.
In realtà questo territorio è estremamente eterogeneo e a salti di quota netti e verticali, come quelli che caratterizzano il monte Morra, si alternano piani carsici, rilievi modesti, piccole valli e profondi solchi torrentizi.
Il secondo gruppo è quello della dorsale del Monte Pellecchia che, con i suoi 1368 m, rappresenta il maggiore rilievo dei Monti Lucretili; superiorità altimetrica che si percepisce a stento, soprattutto a nord ovest, vista la sua omogenea conformazione poco ripida e la sua punta arrotondata; carattere che contrasta profondamente con le aree nei pressi di Licenza distinte da profonde incisioni.
Infine il terzo gruppo è quello costituito, secondo una linea nord–sud che va da Poggio Moiano ad Orvino, da Monte Pendente (1098 m), a seguire la Cima Casarene (1191 m), Monte Castellano (1084m), C. Guardia (879).

Al fascino di quest’area così eterogenea, dove agli erti banchi calcarei si alternano le morfologie carsiche a dossi e vallecole, contribuisce indubbiamente il sistema ideografico superficiale che fa capo a nord-ovest al Tevere a sud–est all’Aniene e a nord-est al Turano, caratterizzato da suggestive e profonde incisioni come quella del Fosso dei Ronci, di Vena Caprara, di Casoli, e della Scarpellata.

Il carsismo rappresenta una delle caratteristiche più affascinanti dell’intera area protetta. Dovuto all’erosione ed alla corrosione dei banchi calcarei da parte delle acque meteoriche di scorrimento superficiale e sotterraneo, questo fenomeno ha dato vita ad un particolare e suggestivo paesaggio di cui mirabili esempi sono: lo splendido piano carsico del Patrone di Monte Gennaro, lungo 1 km e largo massimo 500m, caratterizzato dalla presenza di piccole doline di crollo ed inghiottitoi; la conca prativa di Campitello, ad est del Pratone; e quella di prato Favale a 750m nel versante NO di Monte Morra. Due doline di crollo interessanti sono il Pozzo dei Casali, a Nord di Percile, ed il Pozzo di Pellecchia, a quota 1067 m, sotto il Colle Serre.

Risultato di un carsismo ipogeo, arrestatosi per l’impermeabilizzazione dei bacini ad opera dei detriti argillosi, sono due laghetti: i Lagustelli di Percile posti al limite orientale del comprensorio. Due conche imbutiformi di forma pressoché circolare separate da una sella che ne unisce i lembi superiori. Il lago più grande, noto con il nome di Fraturno, ha un diametro di circa 100 m; il suo alveo dapprima presenta un gradino che mitiga la discesa verso la superficie d’acqua, dopo di che scende a picco fino a raggiungere una profondità massima di 15-16m. Quello più a Nord, più piccolo, sembra un grosso pozzo; l’acqua si trova 25m più in basso del bordo dell’alveo che misura 80 m di diametro.

La presenza dell’uomo in queste aree, pressoché costante dall’età del ferro, ne ha profondamente mutato l’ecosistema naturale e, percorrendo questo territorio, si prova la medesima sensazione del guardare un famoso e pregevole dipinto deteriorato, molto lacunoso, che nonostante il forte ed irreversibile degrado, ancora mirabilmente mostra, nelle parti intatte, la grandiosità del suo creatore. Lo sfruttamento del suolo, la conformazione morfologica assai eterogenea, l’influenza del mare, e anche la riconolizzazione da parte della natura d’aree di coltivazione e pascolo abbandonate, hanno dato luogo all’attuale assetto vegetazionale dei Monti Lucretili che è quanto mai particolare per le sue associazioni vegetali. Distinguiamo così, in una stessa area, vegetazione mediterranea associata a biotopi d’origine balcanico-orientale, elemento peculiare del parco.

Nell’area pedemenotana sud occidentale troviamo esemplari della macchia mediterranea, mirto, cisto, terebinto e leccio, associate a boscaglie d’ornello e roverella, ma anche a macchie di styrax officinale, Carpino orientale e Albero di Giuda, specie endemiche delle aree balcanico-orientali.
Lo Styrax Officinalis è un po’ il simbolo dei Monti Lucretili, tanto che i suoi fiori sono rappresentati nel logo del parco; con molta probabilità sfuggito all’ultima glaciazione würmiana in un nicchia calcarea calda, ha ripreso a riprodursi e vegetare in forma arbustiva e raramente arborea, solo in quest’area della penisola.
Il piano basale del versante occidentale del complesso di Monte Gennaro e Monte Matano è ricoperto da una foresta a macchia composta di lecci, mentre sopra i 600 m si trovano aree boschive di faggi. Nelle aree interne, prevalenti sono le foreste caducifoglie d’aceri; non mancano fitti castagneti, specie nelle aree vicino a S. Polo, la cui commistione con lembi di Carpini Betulus e Orientalis, uniti ad aceri e all’originario sottobosco d’agrifoglio, tradiscono la natura primitiva di quest’area coperta da un bosco olocenico.
Le estensioni d’ulivi sono molto diffuse, specie nel settore sud occidentale, ed arrivano sino a 550 m; intercalate spesso da siepi con laurus nobilis, gradualmente si riallacciano, attraverso le macchie di styrax, alla vegetazione naturale di lecci.

Coperture d’orchidee, ranuncolacee, iris, lilium, narcisi, bucaneve impreziosiscono l’area del parco che nei periodi di fioritura offre spettacoli indimenticabili come quello sotto Monte Guardia o quello della cima di Monte Pellecchia, che in marzo si tinge di giallo per le corolle dei piè di gallo e dei crocus vernus.

Naturalmente la popolazione faunistica ha seguito le sorti di quella vegetazionale, risentendo pesantemente della presenza umana; malgrado questo, il parco dà ospitalità ad un gran numero di specie animali.
Tra i mammiferi troviamo esemplari d’istrice, tassi, lepri, scoiattoli, volpi e cinghiali. In località "le Mollie" è stata realizzata un’area faunistica per il capriolo, con l’obiettivo di avviare il ripopolamento del parco da parte di questo cervide.

La comunità ornitica è assai vasta e variegata: nelle aree boschive, al limite dei coltivi, nidificano il verdone, il cardellino, il fringuello, la cinciallegra, l'usignolo, il rigogolo, il Re di Quaglie e la quaglia; nelle faggete troviamo: il picchio comune, il picchio rosso, il picchio muratore ed il cuculo; mentre in prossimità di corsi d’acqua vivono i merli acquaioli e gli usignoli di fiume.
Tra i rapaci diurni sono presenti: lo sparviero, la poiana, il falco pellegrino, il gheppio e, anche se raro, il nibbio reale. Nella parete sud-orientale del Monte Pellecchia nidifica una coppia d’aquile reali.
I rapaci notturni, che spesso prediligono per la loro nidificazione i ruderi ampliamente diffusi nelle aree del parco, sono rappresentati dal gufo comune, dall'assiolo, dal barbagianni, dalla civetta e dall’allocco.
Nel Parco vivono 13 specie di rettili, tra i più comuni ricordiamo: il saettone, il biacco, la biscia ed il ramarro; decisamente più rari sono esemplari di testuggine comune e d’orbettino.
Una nutrita varietà d’anfibi tra i quali: la salamandrina dagli occhiali, il tritone, i rospi comuni, la raganella e vari tipi di rana, popolano i fontanili abbandonati, i bacini lacustri e i fossi.

Il territorio del parco è solcato da 53 sentieri ufficiali e numerosi sono gli itinerari suggeriti dai centri visita aperti nei diversi comuni, distinti per interesse prevalente, difficoltà e percorribilità a piedi a cavallo ed i bicicletta.
Numerosi gli eventi organizzati durante il corso dell’anno per promuovere la conoscenza e la valorizzazione di questo splendido territorio.

Tutte le notizie sono state tratte dai siti
http://www.parcomontilucretili.it
http://www.parchilazio.it
http://www.parks.it/parco.inviolata
http://www.aniene.net
http://www.agri-net.org