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Superficie: 1200 ha circa
Comuni: Mentana, Monterotondo, Sant'Angelo Romano
Provincia: Roma
Istituzione: L.R. 29/97.
Come Arrivare: per raggiungere l’area si percorre la via Salaria sino al Km 12,4 o anche la via Nomentana.
Visite guidate - Escursioni: per visite contattare la Provincia di Roma - Dip.to II servizio 5 " Pianificazione Ambientale, Sviluppo Parchi, Riserve Naturali" - Tel. 0667663317 LEA (Laboratorio di informazione ed educazione ambientale) di Mentana - Tel. 06 9090699 Associazione Bramea - Tel. 06 9090699
La riserva naturale della Macchia di Gattaceca è un’area caratterizzata da zone boschive e fenomeni carsici notevoli, che si trova tra il fiume Tevere e i Monti Cornicolani. E’ stata riconosciuta ormai da tempo come un biotopo d’interesse mondiale per la sua morfologia e per la presenza di alcune varietà botaniche di particolare pregio.
Le estensioni silvestri più sviluppate sono costituite da boschi cedui di cerro, ai piedi dei quali si alternano formazioni di acero oppio, corniolo, ligustro, ciavardello, meli selvatici e sorbi comuni. Il pungitopo, insieme ai ciclamini e agli anemoni costituiscono la prevalenza dello strato erbaceo. Interessante è la presenza dello storace, una pianta del sottobosco, con profumati fiori nivei (specie protetta) che prolifera spontaneamente in questa zona ed in alcune aree dei Monti Lucretili e Cornicolani, ma che in realtà è originaria del mediterraneo orientale, Egeo e Balcani.
L’area è costituita principalmente da colline di origine calcarea di formazione mesozoica, la cui caratteristica sono le formazioni carsiche: doline, grotte ed inghiottitoi. È proprio in prossimità di queste formazioni che le specie floreali si riducono di numero e si caratterizzano fortemente. Ritroviamo quindi formazioni fitte di roverella, viburno, leccio, ornello.
In questa riserva, nel comune di Sant’Angelo Romano a circa 30 km da Roma, si trova la dolina di crollo più profonda del mondo, con 392 metri di profondità: il Pozzo del Merro. Con pareti subverticali ricoperte di fitta vegetazione costituita da lecci, carpini e aceri, la voragine si presenta come un imbuto, con diametro circolare all’orlo del precipizio di circa 100 m; 80 metri più in basso si trova la superficie del lago di circa 30 m di diametro, la cui profondità, 310 m, è stata stabilita solo nel 2002.
La fauna della riserva è varia e numerosa. Tra i mammiferi si trovano volpi, tassi, donnole e faine, mentre tra gli uccelli troviamo upupe, passeri, fringuelli, ma anche rapaci come civette, allocchi, barbagianni, gheppi e poiane. Tra i rettili i gechi e vari tipi di lucertole. Non mancano rane verdi, rospi e tritoni.
Importante ricordare che per più della metà il terreno della riserva è coltivato dall’uomo che da sempre ha sfruttato queste colline per la coltura di ulivi e seminativi. La presenza antica dell’uomo è documentata dai numerosi resti archeologici soprattutto di età romana, repubblicana ed imperiale, che sono stati qui ritrovati. Interessanti tratti basolati della Via Nomentana sono stati riportati alla luce insieme ai ruderi delle ville rurali e miste (agricole e residenziali) delle quali rimangono tracce dei terrazzamenti per le coltivazioni e delle cisterne per la raccolta delle acque.
Dell’epoca medievale sono i resti suggestivi del castello di Grotta Marozza. Questo castello, menzionato per la prima volta nel 1203 deve il suo nome a Marozi, un personaggio noto X sec. a. C. a Roma. Fu del cardinale Raniero Capocci, in seguito dei monaci di S.Paolo, ai quali subentrarono gli Orsini. Il castello era già in rovina alla fine del 1400.
Le notizie sono tratte dai siti:
http://www.parchilazio.it http://www.parks.it/riserva.macchia.gattaceca www.agri-net.org http://www.ardea.org/parchi/barco.htm http://tetide.geo.uniroma1.it/sciterra/wed/Idro_carso/POSTER8.htm |
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