|
|
|
|
I Parchi e le Riserve |
|
|
|
Riserva della Marcigliana |
|
|
|
Gestore: Ente Roma Natura
Sede: c/o Villa Mazzanti Via Gomenizza, 81 00195 Roma
Tel: 06 35403436 Fax: 06 35491519 |
|
http://www.romanatura.roma.it |
|
|
|
|
|
|
|
|
Superficie: 4696 ha
Comuni: Roma
Provincia: Roma
Istituzione: 1997
Come arrivare: dal G.R.A., uscita 11 Mentana-Roma centro, si procede per Via Nomentana a sinistra su via della Cesarina, sino a Via di Tor San Giovanni 301.
Visite guidate - Escursioni: si possono fare delle visite guidate gratuite, che partono tutte dalla Casa del Parco in via di Tor San Giovanni 301. Tutte comprendono una breve visita alla fattoria e alla Casa del Parco; per informazioni contattare la Coop. Tor S.Giovanni: tel.:06 87122260
Sempre aperto La riserva della Marcigliana, si trova appena fuori del G.R.A., compresa nel territorio di Roma; si estende tra la via Salaria e la via Nomentana. Il paesaggio che si presenta alle porte della città è quello tipico dell’agro romano: colline dolci coltivate a seminativi o ulivi, o anche lasciate a pascolo semibrado, alle quali si alternano lingue di resti boschivi, prevalentemente cerrete miste. Dal punto di vista geologico la conformazione di questo territorio è stata stabilita da due eventi fondamentali: l’emersione delle terre dal mare, avvenuta nel Pleistocene Medio e le attività vulcaniche dei vulcani Laziali e Sabatini, avvenute nel Pleistocene Superiore. Mentre nel primo periodo il territorio si presentava ricoperto di corsi d’acqua e laghi con vaste aree di depositi di ghiaie, nel secondo periodo vi furono le formazioni dei tufi generati dalle colate laviche, dai depositi di ceneri e lapilli. All’attuale aspetto ha contribuito fortemente anche la presenza del fiume Tevere, il cui corso è cambiato spesso in funzione di movimenti tellurici ed eruzioni. Pur essendo un’area molto modificata dall’azione dell’uomo che ne ha disboscato il 95% del territorio, per il carattere agricolo attribuitogli nei secoli, non è stata inghiottita dall’espansione della città. I residui di boschi rimasti si trovano nelle aree più scoscese e sono composte principalmente da cerri. A secondo dell’esposizione accanto ai cerri troviamo alcuni esemplari di lecci, olmi e roverella, nelle aree esposte a mezzogiorno; mentre nelle aree esposte a Nord troviamo noccioli, sambuchi e farnie, che come noto preferiscono climi più freschi ed umidi. In questi residui boschivi pian piano, la fauna sta riprendendo vigore soprattutto in seguito all’abolizione della caccia. Nonostante le aree ospitali per gli animali siano veramente poche, numerosi sono i mammiferi che le popolano. L’istrice è presente in diversi esemplari: questo roditore, infatti, predilige zone boschive ed anfratti nei quali trovare rifugio, ma possibilmente limitrofi a terreni coltivati per potersi procurare più facilmente il cibo, costituito principalmente da frutta, rizomi e bulbi. La sua “predilezione” per i campi coltivati (con conseguenti danni alle colture) e la bontà delle sue carni, lo hanno reso, specie nei tempi antichi, oggetto di battute di caccia. Accanto all’istrice troviamo la volpe, la lepre italica ed anche i daini che hanno trovato un habitat ideale nel quale riprodursi. Tra gli uccelli troviamo numerosi rapaci tra i quali la poiana, l’allocco e l’assiolo. Nei molteplici fontanili disseminati nel territorio ritroviamo diversi tipi d’anfibi: dal rospo comune alle rane, ai tritoni italici e crestati.
La presenza più influente in questo territorio è sta quella dell’uomo che ha trasformato completamente la natura per sfruttarla a suo uso per le coltivazioni e la pastorizia. In quest’area sorgeva già prima dell’Età del Ferro (X-IX sec. a.C.) un insediamento di vaste dimensioni costituito da capanne: la città latina di Crustumerium. Situata sulle alture a dominare la pianura del Tevere e la via Salaria la città venne spesso attaccata dai Romani che ne ambivano la sua posizione strategica ed il dominio del vasto territorio. Dopo diversi assedi la città cadde sotto i colpi romani nel 499 a.C. Fu proprio l’annessione a Roma che ne determinò l'utilizzo alla coltivazione, impedendone l'antropizzazione. Nonostante tutto, però, sono numerose le ville e gli edifici rurali a corredo che furono costruiti nel territorio a partire dal I sec. a.C., divenuti in seguito, strutture di base per la costruzione di grandi casali e fattorie fortificate con torri d’avvistamento. Nel Medioevo il terreno fu spartito tra le grandi famiglie patrizie spesso in contrasto fra loro: gli Orsini, i Frangipane, e i Borghese. Tra i casali d’origine medievale che ancora oggi possiamo vedere, ricordiamo: il casale di Santa Colomba, il casale di Santa Lucia e quello di Scornabecco. Tra le torri ricordiamo la Torretta della Regina e la Torre di San Giovanni, ricordata in documenti del primo decennio dell’anno 1000, come torre per la vedetta ed il controllo daziario del territorio.
Tutte le notizie sono tratte dai siti:
www.romanatura.roma.it www.tiscali.it/marcigliana www.mclink.it/personal/MC2204/itinerari/marcigliana.htm www.dimensionepesca.com www.agri-net.org |
|
|